INTERVISTA A DON FRANCO (del 2010)
Com’è nata la tua vocazione? A questa domanda non so rispondere… semplicemente perché io ignoro come sia nata la mia vocazione. Infatti non so spiegarmi come sono entrato in seminario. All’epoca, infatti, non ero praticante, neanche sapevo chi fossero i preti. Tutto ciò è strano se penso che mia madre fosse presidente dell’Azione Cattolica. Fuori casa sentivo continuamente molti parlare male dei preti, pur non conoscendoli. Chi mi ha aiutato a capire la mia vocazione sono state figure di grande statura culturale e morale, tra cui don Primo Pieragostini. Se io e molti altri che oggi abbiamo una “certa età” siamo diventati sacerdoti lo dobbiamo principalmente a lui. Don Primo ci ha aiutato a percepire cosa voleva Dio dalla nostra vita. Tuttavia posso dire che la vocazione nell’insieme è incomprensibile. Essa rimane un mistero. Non cessa di sorprendere, mentre sconcerta chi pensa di non averla. Sembra che la vocazione sia un dono di Dio, un dono ricercato sempre nel buio e con tanta fatica. Forse è opportuno dire grazie a Dio. Mi sono ritrovato in seminario all’età di 12 anni, subito dopo le elementari: vi entrai perché mi piaceva studiare e molti hanno creduto in me anche successivamente, incoraggiandomi ed investendo tempo e dedizione. Per scoprire la propria vocazione occorre tanta riflessione, tanta preghiera e tanti consigli di persone sagge.
I tuoi impegni in Diocesi, come li vivi? In Diocesi ho avuto molte responsabilità, tra cui fino al 2002, la cura della Pastorale Giovanile Diocesana. Ho vissuto sempre tutti gli impegni che mi venivano affidati con lo stile del gregario. Credo che sia opportuno per ciascuno provare le molteplici esperienze in ambiti diversi: ciò permette di avere sempre una visione più ampia del contesto in cui si opera. Sono felice di aver frequentato diversi gruppi ecclesiali, movimenti ed associazioni perché ciò mi ha profondamente arricchito dentro. Attualmente sono parroco “da due/tre giorni” – scherza – della parrocchia San Luca Evangelista di Villa Pigna di Folignano. Se c’è un aspetto che ha caratterizzato il mio servizio pastorale negli anni è il seguente: in ogni parrocchia dove sono stato chiamato ad operare ho sempre cercato di dare un’impostazione umana, sociale e comunitaria. Quello che mi sono sforzato di far capire – e ancora continuo su questa convinzione – è che, forse, Gesù Cristo è importante. Insieme a ciò ho anche cercato di far capire a tutti che ogni persona è preziosa per gli altri. Se tornassi indietro, forse, mi rifarei prete… anzi certamente!
(da un’intervista a Don Franco per il giornale diocesano “La Vita Picena” del gennaio 2010, D.R.-C.O.)
LA VITA DI DON FRANCO
Don Franco Petrucci nasce a Trisungo, la più importante frazione del comune di Arquata del Tronto (AP), da Barnaba Petrucci e Caterina Orsini il 02/03/1941.
Trascorre l’infanzia a Trisungo, dedicandosi alla pastorizia o, come ama dire egli stesso, “pascolando pecore e capre disgraziate” fino alle scuole elementari che frequenta per 7 anni; tutta la classe tranne tre bambini – tra i quali la figlia della maestra – fu bocciata in prima elementare; la quinta classe fu da lui ripetuta una seconda volta per volere della madre che, accortasi delle capacità del figlio, intese assicurargli così un anno in più di scuola. In paese non c’era la scuola media, la più vicina era raggiungibile ad Acquasanta Terme.
E’ stato battezzato il 19 marzo 1941 e cresimato dal Vescovo Mons. Ambrogio Squintani il 26/07/1951.
Il 4 novembre 1954 entra in seminario ad Ascoli Piceno ove frequenta sia la scuola media che il liceo classico, darà seguito alla sua vocazione anni dopo, curando di avere tuttavia un buon rapporto con Dio.
La maturazione vocazionale ha origine con l’amore per la preghiera assidua e l’ascolto della testimonianza di sacerdoti saggi, che con grande umiltà gli indicano una meta molto grande.
Il 2 novembre 1962 entra nel Pontificio Seminario Romano Maggiore di Roma con una sufficiente convinzione al sacerdozio; studia per 2 anni filosofia pura superando i 17 esami che gli fanno conseguire il cosiddetto baccellierato in filosofia; poi completa gli studi conseguendo la licenza in teologia in un percorso universitario globale di 5 anni. Tra i suoi compagni di Seminario annovera il cardinale Angelo Comastri, il cardinale Crescenzio Sepe, l’arcivescovo emerito di Oristano Ignazio Sanna e l’attuale arcivescovo emerito di Camerino Angelo Fagiani.
E’ consacrato diacono nella cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano, il 2 febbraio 1967 e diventa sacerdote l’11 marzo 1967 a Trisungo, suo borgo natale. Qui celebra la sua prima Messa all’aperto poiché la chiesa del paese non è sufficiente ad accogliere i molti fedeli accorsi per l’occasione.
Seguono gli incarichi:
- vice parroco del duomo di Ascoli Piceno per un anno;
- vice parroco a Castel di Lama (AP) nella parrocchia di Villa Sant’Antonio per un anno;
- vice parroco per 5 anni nella parrocchia del Carmine di Ascoli Piceno.
Infine viene trasferito in contrada allora denominata “Pigna”, nel comune di Folignano (AP), con pochissime case, quale parroco di una costituenda parrocchia che viene intitolata a San Luca Evangelista con decreto firmato dal Vescovo Marcello Morgante in data 14 giugno 1974. La prima Messa viene celebrata il 4 agosto 1974 nell’abitazione della famiglia di Gino Speca che ospiterà per circa un anno e mezzo tutte le funzioni.
Don Franco si fa promotore della realizzazione della prima chiesa del quartiere la cui prima pietra viene posta l’8 marzo 1978: l’edificio viene consacrato il 25 marzo 1979 dal vescovo Morgante.
NASCE IL GRUPPO SCOUT FOLIGNANO1
Nel favorevole contesto di un quartiere nascente in rapida espansione, alcuni adulti chiedono e sollecitano don Franco perché promuova la costituzione di un gruppo scout nell’ambito della Parrocchia. Alcuni di questi adulti stavano ancora vivendo personalmente l’esperienza scout, altri avevano avuto modo di conoscerne l’efficacia educativa e la presa sui giovani.
Dopo un intenso periodo di preparazione, finalmente, il 28 dicembre 1985, festa della Sacra Famiglia, segue l’annuncio tanto atteso all’intera Comunità Parrocchiale della costituzione del Gruppo Scout a Villa Pigna, nasce il Folignano1!
Il quartiere presenta presto l’esigenza di una nuova chiesa più capiente e moderna, così nell’anno giubilare del 2000, il 27 luglio, la cerimonia della posa della prima pietra ne avvia la costruzione.
La caparbia volontà di don Franco, anima instancabile e indispensabile per la felice e rapida conclusione dei lavori, permette al vescovo Silvano Montevecchi di consacrare la nuova chiesa già il 15 dicembre 2001.
IL SUO RICORDO DI DON PIETRO DI LUIGI
Quando nel 2003 viene a mancare don Pietro Di Luigi, della parrocchia di Santa Lucia in frazione Piane di Morro, il giornalino municipale (“Folignano News” n. 4/settembre 2003) raccoglie il ricordo di don Franco:
La sera dell’8 aprile di quest’anno (2003, NdA) ci ha lasciato don Petruccio. Tutti lo conosciamo così! Ha lavorato per oltre mezzo secolo in questo e altri territori. La sua “parrocchia” era grande più della Diocesi perchè quasi ogni giorno sconfinava in quelle di S. Benedetto e Teramo. Ha predicato tridui, novene, in tante comunità piccole o grandi, di campagna, di città e soprattutto di montagna.
Era incapace di dire di no. Specializzato nei matrimoni e nei funerali, con la sua voce bellissima, con le sue note musicali impareggiabili, ha rallegrato e consolato migliaia di persone. Insieme a don Pietro Calcagni, parroco di Folignano, ha anticipato e diffuso la cultura, riservata a pochi ricchi, aprendo una scuola privata a Folignano negli anni ’50. Ha raccolto tutti i bambini della campagna in una scuola materna, realtà allora sconosciuta. E’ stato il primo parroco di Piane di Morro, fondando la parrocchia e costruendo tutto: casa, chiesa e spazi per ragazzi. Era l’uomo, l’amico, il sacerdote della strada e delle famiglie, con le sue giornate interminabili.
Punto di riferimento per tantissimi sacerdoti, che andavano a sfruttarlo per tante cose: libri di canti da lui raccolti e composti, migliaia di fotocopie, lui aveva sempre le fotocopiatrici di grido, confessioni, momenti culinari e ricreativi. Aveva amici ovunque, ogni casa veniva a lui aperta.
Dopo che ha lasciato la parrocchia si è ritirato in località Galluccio, in una stupenda e graziosa villetta isolata messa a sua disposizione da una famiglia amica. Lì, adunati gli ultimi due anni di malattia che, in genere, ha accettato sereno, ha riguardato e ripercorso la sua dinamicissima vita.
Essendo questo un giornale comunale mi permetto di fare una piccola proposta, segno di doverosa e spontanea gratitudine. Non meriterebbe un segno civico lui che ha formato e guidato per oltre 50 anni un quartiere da inesistente a “piccola città”?
Sin dall’inizio don Franco segue con assidua partecipazione le attività degli scout non facendo mancare la sua presenza agli incontri settimanali della Comunità Capi e ai campi con i ragazzi.
Nel novembre 2012, nell’ambito di una testimonianza alla Comunità Capi sul 50° anniversario dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, del quale, come giovane sacerdote, era stato testimone oculare, così ci ha raccontato la sua esperienza:
Si chiama così, Concilio Ecumenico Vaticano II, poiché segue il Vaticano I, svolto sempre in Vaticano nel 1864/1865.
Il Concilio è iniziato l’11 ottobre 1962 con la partecipazione di oltre 2.000/3.000 vescovi e migliaia di esperti (chiamati “periti”). Un Concilio così partecipato, con rappresentanti di ogni paese del mondo, a Roma non si era mai visto. Il Concilio è durato fino all’08/12/1965 (tre anni e mezzo), con sessioni della durata di circa tre mesi (per un totale effettivo dei lavori di 1 anno e mezzo circa).
La sala delle adunate era stata allestita all’interno della basilica di san Pietro e lì le gradinate che ospitavano i padri conciliari sono rimaste montate per tutta la durata del concilio (anche durante le pause).Quando ero un giovane studente a Roma, con i miei compagni di corso, eravamo curiosi di conoscere dai nostri professori universitari, impegnati in qualità di esperti nelle sessioni, le ultime novità dei lavori conciliari.
La novità più importante del Concilio è stata questa: da una chiesa clericale si è passati ad una chiesa laicale, ma – attenzione – non laicista, bensì laicale in quanto in stretta comunione con la chiesa clericale.
La liturgia è passata da un’impostazione dogmatica ad una democratica; la Messa è da allora celebrata nella lingua locale e le letture stesse sono curate dai laici. Si è presa coscienza che la Chiesa siamo tutti (partecipazione attiva). Ora siamo tutti noi che “concelebriamo”: è il battesimo che ci rende tutti sacerdoti.
Oggi, grazie al Concilio, la comunità dei fedeli ha una grande importanza: prima, tutto quello che avveniva in una parrocchia non era sottoposto al controllo di nessuno… La Comunità, quindi, ha riacquistato la sua centralità: chi non è in comunione con la comunità o con uno dei suoi membri, anche fosse il parroco, se partecipa alla Messa in quella condizione, di fatto non celebra la liturgia.
Ognuno di noi, infatti celebra il mistero: il vero celebrante è Gesù Cristo.
Il Concilio, modificando la liturgia ci ha resi tutti più sensibili, ci sentiamo ancora di più corresponsabili dell’altro che ci è accanto. Non è più possibile vivere la nostra spiritualità andando per conto nostro.
La liturgia, quindi, è la lingua che parlano i credenti. La mia preghiera è interessante se mi accorgo dell’altro in una concezione della liturgia comunitaria.
Durante i lavori, alcuni paesi come Olanda, Belgio e Germania, avevano paventato il rischio che il Concilio assumesse un profilo troppo romanocentrico, invece l’eterogenea provenienza di migliaia tra vescovi ed esperti chiamati a suggerire e consigliare hanno dimostrato che questo rischio non poteva avere fondamento: nel Concilio di fatto si respirava il mondo.
Il concilio ha prodotto, quale sintesi dei propri lavori, molti documenti (le Costituzioni, i Codici, i Decreti) che rappresentano un regalo al mondo: sono testi da vivere.Nella costituzione “Dei Verbum” si dice per esempio che la Bibbia (la parola di Dio) e la Tradizione Cristiana hanno pari autorevolezza; di più, la Bibbia è anche la storia di un popolo (ingloba un po’ tutte le nazioni del mondo).
Grazie al Concilio si è iniziata a diffondere la cultura dello studio e della lettura della Bibbia anche da parte dei laici: oggi la Bibbia è un libro che viene anche regalato ad ogni occasione (come per esempio durante i sacramenti, alle partenze ecc…).
La costituzione “Lumen Gentium” è il documento specifico sulla Chiesa e parla della gerarchia e dei laici: l’ultimo capitolo, l’8° è dedicato alla Madonna.
Tutti i carismi che compongono la Chiesa hanno ora pari dignità: la Chiesa così siamo tutti noi, una grande famiglia. Dobbiamo essere contenti di appartenere alla Chiesa e sentirci in sintonia con essa in forza del servizio che svolgiamo noi, come tanti altri e a vari livelli, al suo interno (ci sono catechisti, animatori, capi scout, lettori della domenica, coristi, servizi extra associativi, ecc…).
Dopo la morte di Giovanni XXIII, il Concilio è stato portato aventi e poi alla conclusione dal suo successore, Paolo VI.
Dai registri parrocchiali, al 9 dicembre 2014, nel 40° anniversario dell’istituzione della parrocchia di Villa Pigna consacrata a San Luca Evangelista, sono state celebrate 26.082 messe all’interno delle quali sono stati amministrati 1.551 battesimi e 522 matrimoni.
Dal 24 aprile 2021 il parroco titolare di San Luca è don Francesco Fulvi che ha preso le redini da don Franco (parroco emerito fino al giorno in cui ci ha lasciati, martedì 30 aprile 2024). Il viceparroco è don Gianmarco Lupini.
Con delibera di del 25/07/2022 il Consiglio Comunale di Folignano ha approvato il conferimento della cittadinanza onoraria al caro don Franco:
[il Sindaco] ricorda che Don Franco arrivò a Villa Pigna negli anni 70, contribuendo, in modo determinante, alla formazione e alla crescita di una nuova “comunità”, mettendo a disposizione spazi, organizzando attività aggregative e di coesione (gruppo Scout, oratorio etc.). Don Franco è stato, in un certo senso, l’animatore della comunità di Villa Pigna, che, senza di lui, non sarebbe diventata ciò che oggi rappresenta. Fa riferimento ai rapporti avuti con tutte le Amministrazioni comunali e al rapporto privilegiato avuto con Costantino Rozzi. Afferma che per circa 50 anni ha contribuito alla crescita di tanti giovani.
Delibera Consiglio Comunale n. 26 del 25/07/2022
Il riconoscimento è stato consegnato in settembre nel pieno delle festività in onore del Patrono San Gennaro, per mano del sindaco Matteo Terrani.
Nel 2024 la parrocchia si accinge a ricordare i 50 anni dalla sua istituzione.
ALCUNI SCRITTI CHE DON FRANCO CI HA LASCIATO
PREGHIERA ALLA MADONNA DELLE GRAZIE venerata nella chiesa di Trisungo (AP)
PREGHIERA
Don Franco Petrucci
Prostrati innanzi a questa tua effigie ti salutiamo, o Maria, piena di grazia!
Per quanto indegni ci uniamo a Te nella lode a Dio, che ti ha voluto Madre sua e nostra, Regina del cielo e della terra.
Con filiale fiducia ricorriamo a Te, mediatrice infallibile e universale, perché ci ottenga ciò che è più conforme alla volontà di Dio e più utile alle nostre anime.
Incoraggiati dalla tua materna bontà ti supplichiamo di impetrarci la grazia che in questo momento desideriamo…, e così possiamo riconoscerti per un nuovo titolo Madre di grazia e di misericordia.
Madonna delle grazie, confido in Te!
GESU’ CRISTO TRA LA GENTE (2000)
In preparazione al Grande Giubileo del 2000 ha dato alle stampe un opuscolo incentrato sulla figura di Gesù Cristo, riportiamo integralmente l’ultima parte che ne rappresenta una sintesi appropriata:
Cosa ha insegnato alla gente, a me e a voi?
Tantissime cose tanto che non è possibile ripeterle tutte. Ne scelgo solo alcune.
1) Gesù Cristo è venuto per me, per farmi rifare pace con Dio, attraverso lui. Senza di lui non è possibile tornare intimi con Dio e con i fratelli.
2) La sua venuta è stata preparata per molto tempo. Il Padre le ha tentate tutte, alla fine ci ha provato con il Figlio, sperando che fosse la mossa vincente. E’ andata male nell’immediato, ma Dio Padre lo sapeva e per questo dobbiamo ringraziarlo di più perché ci ha provato lo stesso.
3) Dio è il Padre, ci vuole bene. Del resto se fa le carezze alle montagne non penso che non possa stringere nel suo cuore chi ha segni precisi nella propria coscienza (sua immagine e somiglianza).
4) Preferisce i poveri, chi accetta il dolore, i semplici, coloro che fanno la sua volontà, quelli che perdono, i puri di cuore e della vita, coloro che lavorano per la pace, chi accoglie tutto, anche con sacrificio, perché Gesù Cristo abbia spazio nella storia, quelli che si fanno perfino calunniare…
5) Nonostante tutto, nella vita si abbia serenità.
6) I ricchi corrono seri pericoli, possono perdere la stessa salvezza.
7) Siamo il sale della terra, saggezza per gli altri, e luce del mondo, ossia faro per gli altri che camminano nell’oscurità.
8) Bisogna invitare a cena i nemici e trattarli bene.
9) La legge di Dio va praticata tutta quanta, senza sconti.
10) Chi dà scandalo mette la sua vita a rischio di fronte a Dio.
11) Bisogna stare con la donna e con l’uomo che si è sposato, salvo che non ci siano gravissimi atteggiamenti verso la dignità dell’altro.
12) Quando si fa il bene non bisogna farne propaganda, e non attendersi gratitudine.
13) Solo chi dà tutto ciò che costa, è generoso (la vecchietta che dà i suoi ultimi spiccioli…) senza attendere gratitudine.
14) Bisogna fidarsi di Dio e invocarlo come Padre che ci pensa e che realmente ci provvede tutto.
15) Non bisogna giudicare gli altri ma noi stessi.
16) Bisogna essere sinceri, veri, trasparenti come i bambini.
17) Lui ci ha portato il Regno di Dio, basta accoglierlo con il cuore pulito.
18) Non bisogna vantarci di quello che facciamo.
19) E’ venuto a portare la vita del Padre a noi e a darcela in abbondanza.
20) Bisogna avere la veste adatta quando ci presenteremo al Padre.
21) Tutti i doni che ci ha dato dobbiamo svilupparli per noi e per gli altri.
22) La fede è tutto. La sua nuova legge è questa: ama tutti, sempre!
23) La sua parola vale più della stessa parentela umana.
24) Ogni giorno ognuno deve portare la sua Croce.
25) Ci si deve sforzare per essere perfetti come è perfetto Dio.
26) Bisogna pagare le tasse nella maniera giusta.
27) L’incontro con Dio, il Padre, è imprevedibile, avviene quando meno te l’aspetti.
28) In ultima analisi saremo giudicati come avremo trattato gli altri.
29) L’ascolto della Chiesa che annuncia il vangelo attraverserà i secoli!
Da queste poche e veloci riflessioni ci appare, quella di Gesù Cristo, una persona interessante, originale, complessa, simpatica, difficile. Chi vuol togliersi tutte le curiosità su di lui basta che apra un vangelo e troverà, molto di più, troverà tutto!
LE PREGHIERE ALLA TRINITA’
A Dio Padre
O Dio, mi hai fatto piccolo ma vivo atomo della Tua grandiosità. Mi dici che sei padre tenero. Ovunque sono le tue orme, che a volte non vedo. Tu sei difficile per me quando si rompe la mia normalità con il dolore.
Ricordami che tu bagni gli oceani, riscaldi le nevi, illumini la luce, dissolvi l’oscurità, dipingi i prati e gli occhi dei bambini e mi lavi il cuore. Questo è il pane che desidero ogni giorno. Se mi sazi sei Padre vincente e mi proietti nella Tua imprevedibilità. Così potrò sempre dirti un grazie profondo e quasi infinito.
Don Franco Petrucci
(con approvazione ecclesiastica)
Gesù Cristo
Le tue radici lontane, ma così vicine. Miliardi di volte si è detto di Te! Speriamo di aver raggiunto il Tuo cuore.
Tu sei la tenerezza ed il perdono del Padre. Sogno dei secoli, infinito concreto e presente.
Ci guardi accogliente e sorridi.
Susciti la speranza perduta.
Le Tue braccia oltre l’orizzonte.
La storia a volte Ti ha dimenticato, ma poi quando si è accorta, Ti ha riconosciuto migliore.
Hai accettato il desiderio del Padre. Sei andato oltre. Più non potevi fare.
Potrà essere contento!
(con il Padre, noi e gli altri Ti ringraziamo)
Preghiera allo Spirito Santo
O Spirito di Dio, alito vivente dell’Universo, che hai fecondato il cuore di Maria, e hai fatto esplodere il Seme della Chiesa nascente e la illumini e guidi nel cammino faticoso nella Storia, aprici al progetto di Dio con un cuore convertito, disponibile e povero, capace di comprendere e correggere chi sbaglia.
Aiutaci a fare ogni cosa con gli occhi rivolti all’aldilà con una forte gioia interiore, per poter essere, in tutta la nostra vita, benedizione per tutti e lode per te. AMEN
“IL QUARTIERE”, IL GIORNALINO DELLA PARROCCHIA
“Il Quartiere”, oltre ad essere l’espressione tipica con cui don Franco si è sempre riferito al territorio di Villa Pigna, è stato anche il nome della testata che ha fortemente voluto per stare ancora più vicino a tutti i parrocchiani. Qui la copertina di un raro numero del 1998.
Da sempre chiamato amichevolmente “giornaletto”, per tutti “Il Quartiere” è stato un compagno di viaggio che ha raccontato la vita della comunità parrocchiale, seguendo con attenzione e precisione tutto quanto ruotava intorno, dentro e nell’intera frazione di Villa Pigna.
Dal 2002 (nuova veste grafica, introduzione del colore e altri miglioramenti) al 2007 l’impegno era cresciuto, dai due numeri vennero raggiunti i cinque numeri annui (Natale, Pasqua, fine anno scolastico, inizio anno scolastico più uno speciale legato a particolari momenti della vita parrocchiale, come per esempio l’inaugurazione della nuova chiesa, le prime prime comunioni e altro). Il giornale veniva tirato in 3.000 copie e il numero totale di articoli fu di 512, grazie a una ventina di collaboratori. Qui sotto il n° 63 del dicembre 2009.
Per altre informazioni: https://www.diocesiascoli.it/don-franco-petrucci-e-tornato-alla-casa-del-padre/
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