La pioggia battente delle 14.00 pian piano ha ceduto il passo a un pomeriggio di sole.
La S. Messa delle esequie per l’ultimo saluto al caro don Franco sacerdote, inizia alle 15.00 col canto d’inizio “Eccomi”, ed è presieduta dal Vescovo di Ascoli Piceno, Gianpiero Palmieri, don Francesco e don Gianmarco e oltre trenta sacerdoti concelebranti: gremitissima la chiesa parrocchiale in tutti i settori predisposti dall’organizzazione, fin al livello del matroneo del piano superiore.

Lascia un segno nei cuori di ciascuno l’omelia appassionata e, in molti passaggi, commovente del Vescovo Palmieri; prima del rito conclusivo di aspersione con l’acqua benedetta e l’incensazione, i saluti a don Franco del Sindaco Terrani, dei parrocchiani per voce di Rita Cosmi, del gruppo Scout Folignano1 dalla capogruppo Nadia Paolini, da una rappresentante della comunità di Trisungo e, infine, la testimonianza sincera e appassionata del parroco don Francesco.
Alle 16.26 il feretro di don Franco, caricato a spalla da quattro sacerdoti, lascia per l’ultima volta la chiesa parrocchiale di Villa Pigna.

I VIDEO DELLA CERIMONIA

1) Signore Gesù, dona alla Chiesa di manifestare il tuo amore nell’accoglienza, nella carità, nella missione attraverso il ministero del Papa, dei vescovi e dei sacerdoti.  Custodiscili, dona loro forza e perseveranza. Per questo ti preghiamo
2)  Signore benedici e santifica i tuoi sacerdoti perché possano guidare il popolo che tu gli hai affidato. Per questo ti preghiamo
3) Vogliamo ringraziarti Signore per l’immenso bene che abbiamo ricevuto attraverso il servizio sacerdotale del nostro amato Don Franco. Per questo ti preghiamo
4) Consola Signore l’immenso dolore dei familiari, degli amici e dei parrocchiani di don Franco. Per questo ti preghiamo
5) Ti affidiamo Signore la nostra comunità, sostienila in questo momento di dolore. Rafforza la nostra fede. Per questo ti preghiamo

SALUTO DEL SINDACO MATTEO TERRANI

Raccontare cosa abbia significato Don Franco per la nostra comunità in poche parole è impossibile. Occorrerebbero libri.
Se Rozzi ha costruito materialmente Villa Pigna, Don Franco gli ha dato un’anima. Don Franco non è stato semplicemente il parroco di Villa Pigna, è stato molto di più. Don Franco è stato Villa Pigna.
E’ arrivato il 4 agosto 1974 quando non c’era nulla e dal nulla, partendo da un garage, ha fatto costruire ben due chiese.
E’ stato padre spirituale della comunità e come tutti i padri ha accarezzato, educato, rimproverato e accompagnato intere generazioni.
Lo ha fatto con i piccoli gesti, semplici e autentici, come i montanari sanno fare. Lo ha fatto insegnando il catechismo ai ragazzi, organizzando le gite, giocando a carte. Lo ha fatto contribuendo alla crescita sociale del quartiere: basti pensare a ciò che ha significato per la parrocchia e per Villa Pigna la comunità scout. Lo ha fatto contribuendo, insieme a Morena, alla crescita culturale di molti ragazzi.
Don Franco ha testimoniato i suoi valori e la sua fede nella semplicità, nella quotidianità. E ha lasciato un’impronta indelebile in ciascuno di noi.
In questi giorni ho notato tanti messaggi di cordoglio e di affetto, anche da parte di quei giovani che lo criticavano, che gli facevano i dispetti al campetto della chiesa. Perché ha lasciato un segno ovunque.
E’ stato innanzitutto un uomo, un uomo semplice con tutti i suoi difetti come ognuno di noi. Amava risultare antipatico, gli piaceva. Ma aveva una bontà d’animo smisurata, senza misura, nell’accezione più autentica del termine. Se è vero che amava punzecchiarti e fartelo vedere, non amava mai far vedere quando faceva del bene. Ha aiutato tanti di noi, tanti ragazzi, tante famiglie in difficoltà e lo ha sempre fatto lontano dai riflettori. E’ stato sempre presente, vicino a chi aveva bisogno, vicino ai malati, senza mai farlo pesare.
Interpretando i sentimenti di cordoglio e di profonda vicinanza alla famiglia da parte della nostra comunità, ho ritenuto opportuno proclamare il lutto cittadino per tributargli il giusto omaggio. Quando ho assunto questa decisione ho immaginato la sua reazione. Mi sono chiesto se avrebbe gradito, sicuramente mi avrebbe detto: “Lascia stare queste stupidaggini”.
E’ stato uomo coraggioso, in grado di andare controcorrente. Coraggioso quando radunò i capifamiglia del quartiere e si avventurò nel sogno della nuova Chiesa. E’ stato un uomo onesto, perché ha amministrato tanti soldi, rendicontando sempre tutto il primo dell’anno, senza spendere mai nulla per se stesso ma donandolo agli altri. E’ stato un uomo coerente, coerente con gli insegnamenti del vangelo: ricordo quando arrivarono i migranti, le proteste in piazza, lui che accolse tutti guadagnandosi scritte ingiuriose sul muro della chiesa. Rimase imperturbabile. E’ stato un uomo di grande cultura, senza mai menar vanto.
I ricordi personali che mi legano a lui sono tantissimi, fin da quando ero piccolo e andavo con lui a benedire per le case o quando dopo la cresima mi chiese di scrivere sul giornalino parrocchiale, il Quartiere. Tante le chiacchierate, le discussioni, anche gli scontri. Perché in fondo se gli volevi bene veramente non potevi non discuterci.
Gli ultimi anni sono stati i più dolci, i più intensi per me. Anni dominati da grande affetto.
Mi chiamava spesso, mi diceva “come sta il mio sindaco bambino?”
In questi anni difficili, dominati soprattutto dalla pandemia lui c’era sempre. In ogni emergenza, in ogni difficoltà, lui era il primo a chiamarmi per informarsi di cosa accadeva o semplicemente per sapere come stavo. Ogni volta che leggeva qualcosa sul giornale che riguardava Folignano, puntuale arrivava la sua telefonata fino a qualche mese fa, quando le condizioni di salute si stavano facendo più serie.
La sua vicinanza e il suo sostegno sono stati per me preziosissimi.
Grazie di tutto don Franco. E grazie a chi ci ha consentito di incontrarti nelle nostre vite.
Mancherai tantissimo. Ci mancherà un padre.
Da oggi Villa Pigna e noi tutti saremo più soli e un po’ orfani.

SALUTO DEL PARROCO DON FRANCESCO

Caro don Franco,
non avrei mai voluto farti questo saluto.
Negli anni che siamo stati insieme ho sempre pregato il Signore che questo momento arrivasse più tardi possibile, chiedendo al Signore che mi facesse sentire ancora la tua paternità per lungo tempo.
Sei stato un padre per tutti, un padre per questa comunità che ti ha amato e per la quale ti sei speso fino alla fine.
La tua sensibilità ha toccato i cuori di tantissima gente: basta leggere le preghiere che hai scritto per capire quanto era grande il tuo cuore.
Ho avuto l’onore di esserti messo accanto appena ordinato diacono e poi da giovane prete. Prima di me avevi accompagnato al sacerdozio altri giovani: don Alvaro, don Amedeo, don Paolo Simonetti.
Appena arrivato in parrocchia mi dicesti: “se sbaglio qualcosa, dimmelo. È importante che tra noi ci sia sincerità e schiettezza”. Rimasi colpito da queste parole, perché nascondevano una vera umiltà. Un uomo di 74 anni, parroco affermato, parlava con questa semplicità a un giovane di 26 che si affacciava in quel momento nel mondo della pastorale. Dopo questo aggiungesti: “è vero che noi anziani abbiamo fatto tanto, ma ora il futuro siete voi giovani, questo è innegabile”.
Ho apprezzato sin da subito il tuo essere uomo discreto, buono, umile, caritatevole verso tutti. Non sono frasi di circostanza: noi sappiamo che tu sei stato così. Fino a quando hai potuto, sei venuto a celebrare in parrocchia perché, dicevi, un prete non può stare senza la messa.
Sei stato un costruttore di comunità: ogni volta che c’era qualche dissidio o frattura con la tua sapienza e intelligenza le hai ricomposte: non ti ho mai sentito fare un’affermazione sgarbata o una critica gratuita. Sapevi che un pastore non può alimentare la zizzania, tanto più nella sua comunità.
Il tuo amore per Paolo VI e sant’Agostino. Di Paolo VI durante le nostre chiacchierate davanti al camino mi hai confidato tante volte la tua immensa ammirazione: “questo Papa è grande, il Papa più grande del ‘900. Quando scrive ti fa diventare matto, riesce a specificare gli aggettivi”. Riconoscevi in lui l’animo grande del pensatore cristiano moderno e il grande pioniere del Concilio. La visione di Chiesa del Concilio come “popolo di Dio” aveva messo in te una nuova visione di Chiesa e, tornato in diocesi dopo l’esperienza romana, ti eri messo con entusiasmo e fatica a incarnare le nuove idee conciliari nelle diverse parrocchie dove fosti mandato.
Di Sant’Agostino amavi la sete di infinito e l’anelito profondo di comunione con Dio: “il nostro cuore è inquieto fin quando non riposa in te, o Signore”.
Mi hai raccontato spesso che, quando arrivasti nel 1974 a Villa Pigna, non sapevi “dove sbattere la testa”. Non avevi dove dire messa, dove fare catechismo, e dovevi chiedere alle famiglie se ti facevano la cortesia di poter usare il bagno. Ma non hai avuto paura. Costruisti la prima chiesa con il complesso parrocchiale e la consacrasti cinque anni dopo il tuo arrivo.
Contemporaneamente alla costruzione delle mura lavorasti per costruire la comunità, tessere le relazioni, favorire l’amicizia. In molti ancora ricordano lo striscione sull’incrocio principale con scritto “Almeno salutiamoci!”. Senza paura ti sei imbarcato nella costruzione della seconda chiesa. Tante volte mi hai raccontato ciò che ti fece vincere le paure e le resistenze che portavi nel cuore: il Vescovo Montevecchi ti aveva detto che se tu volevi si poteva pensare alla costruzione di una nuova chiesa a Villa Pigna. Una mattina in cui eri logorato dall’incertezza della scelta, mentre aprivi la vecchia chiesa, guardasti verso il Vettore, e ti illuminò questo pensiero: “Tu, Signore, hai fatto le montagne non puoi fare una chiesa a Villa Pigna?”
Una frase che mi dicevi spesso appena arrivato era: “Quando tu incontri una persona qui a Villa Pigna incontri un volto, io incontro una storia”. E io accoglievo in silenzio, poi un giorno ti ho detto: “mi auguro che anche io tra qualche tempo possa incontrare oltre ai volti le storie”. Perché me lo hai insegnato: è questo che deve fare un parroco, stare con la propria gente, accompagnare coloro che gli sono stati affidati nelle vicende lieti e tristi della vita, stando sul campo e volendo bene a tutti. Stamattina una signora davanti alla bara mi ha detto in lacrime: “Don Franco non era solo di Villa Pigna, don Franco era di tutti”.
Questo però senza finzioni, e tu sei stato il nemico della finzione, mi dicevi: “Io in una persona scuso tutto, ma non la falsità”: gli atteggiamenti finti, soprattutto quando erano rivestiti di buonismo, ti ripugnavano perché tu eri Franco di nome e di fatto.
Una volta, eravamo nel 2017 o nel 2018, avevamo passato il pomeriggio a benedire le famiglie, e dopo la messa eravamo tornati a benedirne altre che mancavano. Dinanzi a un mio momento di cedimento, ricordo che mi dicesti questa frase: “Ricordati, a Dio o si dà tutto o niente”.
Tante volte mi hai donato il sacramento del perdono. Dalle confessioni fatte con te mi sono sempre alzato respirando un germe di eternità. Eri sempre propositivo e positivo, anche quando ti portavo il peso delle mie fragilità tu mi incoraggiavi sempre a rialzarmi.
Hai aiutato una marea di persone, il più delle volte attingendo dai tuoi risparmi. Non ho mai visto in te il limite dell’avarizia. Sapevi che non si può essere cristiani solo a parole, e in te si poteva vedere messa in pratica la provocazione della Prima Lettera di Giovanni: “se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?” (1 Gv 3, 17).
Qualcuno ti ha voluto dipingere burbero, ma non è vero, eri semplicemente schietto e diretto: per questo tuo aspetto a volte si poteva rimanere colpiti, ma le parole che dicevi erano sempre motivate da un amore per la verità e un amore per l’umano.
In verità hai ascoltato sempre tutti, anche quando eri stanco, anche quando un racconto poteva non piacerti, anche quando non condividevi lo stile di chi ti parlava, perché tu eri il prete di tutti.
Infine, dopo aver vissuto e toccato con mano la bellezza e la complessità di questa parrocchia, mi è toccato in sorte di divenirne parroco a mia volta, succedendo a un piccolo grande uomo che era stato il fondatore di una comunità da zero, costruendo due chiese ed edificando soprattutto la comunità fatta di volti e di storie. Tu, le storie, le hai sempre custodite nel cuore, perché sapevi che la gente o la sia ama per davvero oppure è meglio lasciar perdere.
Lasci un’eredità immensa, un’eredità per cui siamo tutti chiamati in causa, un’eredità dinanzi alla quale ci sentiamo tutti un po’ piccoli e inadeguati.
Tante volte hai detto ai tuoi parrocchiani che il prete è nel mondo per ricordare che Dio c’è. E allora mi piace concludere con questa immagine. Noi ti diciamo un grazie sincero e commosso, perché tu con il tuo essere prete ci hai ricordato l’amore che Dio ha per ciascuno dei suoi figli. Prega per noi da lassù, e fa’ che questa comunità possa continuare a camminare sulle vie che tu hai tracciato. Grazie don Franco, ti vogliamo un mondo di bene!

SALUTO DEL GRUPPO SCOUT FOLIGNANO1 LETTO DALLA CAPOGRUPPO NADIA PAOLINI

“Gente nomade e selvatica”… così eri solito definire noi scout.
Non perdevi occasione per lamentarti del disordine in cui regnano le nostre sedi, per prenderci in giro dicendo che cantiamo sempre le stesse canzoni.
Per anni nei rendiconti economici che esponevi a gennaio all’intera comunità hai dato a noi la colpa della bolletta del telefono troppo alta.
A sentirti parlare in questo modo qualcuno avrebbe potuto pensare che gli scout proprio non li sopportavi, ma non era affatto così. Chi ti ha conosciuto bene sa che tu molto spesso parlavi al contrario, un modo tutto tuo che negli anni abbiamo imparato a capire e apprezzare.
Sappiamo benissimo quanto tenevi al gruppo scout e ne siamo profondamente orgogliosi!
In questi giorni di dolore ci siamo fermati per cercare di fare memoria di quanto hai rappresentato per il Folignano 1.
Vogliamo definirti un’anima umile, decisa, accogliente, fortemente profetica.
Indomito testimone di quel Gesù che ti ha conquistato e seguace fedele di Maria, la cui devozione hai sempre cercato di trasmetterci. La tua frase per noi ormai celebre “Un’Ave Maria ci sta sempre bene” risuona nella testa e nel cuore di tutti noi.
Amante della montagna, ambiente privilegiato per avvicinarsi a Dio, incarnavi i valori dello scoutismo già prima che a Villa Pigna nascesse questo gruppo. Hai testimoniato quotidianamente nella tua vita tutti i valori dello scoutismo, l’umiltà, l’essenzialità, lo spirito di servizio e di fratellanza universale: ci hai insegnato a pregare, amare e servire tutta la “Famiglia Umana”, un’espressione carica di significato, a te tanto cara.
Caro don Franco, con il dolore nel cuore oggi siamo qui per dirti GRAZIE.
Innanzitutto perché il gruppo scout a Villa Pigna è nato GRAZIE a te, che hai risposto Sì, uno dei tanti sì della tua vita.
GRAZIE perché ci hai seguito instancabilmente anno dopo anno ai campi estivi, portando spesso la parola adatta nei momenti di stanchezza.
GRAZIE per tutte le volte che sei arrivato a sorpresa durante le nostre interminabili riunioni di staff o di Comunità Capi con le tue immancabili e deliziose castagne cotte.
GRAZIE per le tue confessioni, momenti preziosi di incontro in cui ciascuno di noi si è sempre sentito accolto, capito, confortato e spronato a fare sempre meglio e sempre di più.
GRAZIE per l’affetto che ci hai sempre dimostrato e per la fiducia che hai riposto in ciascuno di noi.
GRAZIE anche per le volte in cui ci hai criticato o rimproverato, perché è così che un padre aiuta i propri figli a crescere.
GRAZIE perché ci hai donato una chiesa sempre aperta, dove trovare rifugio e conforto nei momenti di smarrimento, una chiesa non in mattoni ma in carne.
GRAZIE per il tuo costante e sincero messaggio di fiducia nei giovani, vogliamo impegnarci a portalo avanti anche in un tempo in cui la sfiducia nei loro confronti va per la maggiore.
Siamo pronti a ricominciare facendo custodia dei tuoi insegnamenti e del tuo esempio sempre limpido, consapevoli di essere stati dei privilegiati ad averti conosciuto, un grande dei nostri tempi.
Ti vogliamo tanto bene.
BUONA STRADA don Franco… dai un bacio da tutti noi a Sonia.
La Comunità Capi del Folignano 1

SALUTO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE LETTO DA RITA COSMI

Carissimo don Franco,
abbiamo vissuto insieme 49 anni e 306 giorni. Ci hai insegnato a contare tutto e noi questo conto non l’avremmo mai voluto fare.
Hai creato questa parrocchia partendo da zero. Hai iniziato a radunarci in un garage, eravamo incuriositi da questo prete piccolo di statura  ma gigante nel cuore. Abbiamo percepito subito che volevi prenderti cura di noi. Eravamo bambini che vivevano in aperta campagna. Tu ogni giorno ci venivi a cercare. Attraverso l’amicizia con te ci proponevi l’incontro con Dio.
Hai costruito due Chiese.
Ci hai voluto bene, tanto bene.
Hai esultato per i nostri successi e pianto per i nostri dolori.
Hai vissuto attivamente il quartiere che diventava sempre più grande, ci hai  spronato a fare la nostra parte.
Sei stato un punto di riferimento: un amico, un padre, un fratello.
Sempre autentico, schietto, forte, coraggioso.
Ringraziamo Dio per averti avuto come guida di questa comunità.
Oggi  ti salutiamo con la certezza che più forte della morte è l’amore.
Ciao caro don Franco e dal balcone del Paradiso guarda e proteggi la nostra Villa Pigna.
Ti vogliamo un oceano di bene!

SALUTO DELLA COMUNITA’ DI TRISUNGO

Testo in arrivo…