Dopo oltre due anni di stop dovuto all’emergenza Covid-19, riprendiamo in parrocchia la tradizionale via Crucis per le vie del quartiere. Come gruppo abbiamo curato i commenti delle stazioni VI (Co.Ca.) e IX (R/S).
VI Stazione (Co.ca.) – La Veronica asciuga il volto di Gesù Il principio di solidarietà, per una società in cui facilmente prevale il pregiudizio e la “cultura dello scarto”, dovrebbe essere il nostro faro. Solidarietà, implica l’essere solidali con tutti, e con tutti spesso intendiamo solo persone a noi vicine o affini, evitando di allargare il nostro sguardo verso confini scomodi, verso una moltitudine di persone che preferiamo non definire, piuttosto che chiamarli Fratelli. Si, Fratelli! Figli di uno stesso Padre, che vuole che ogni uomo e ogni donna siano salvati per mezzo di suo Figlio morto e risorto. Credere che la fratellanza sia solo una bella parola, è quanto di più sbagliato si possa pensare. La fratellanza si vive, si cerca, ma soprattutto si crea. Ne sono intrise, della fratellanza, tutte le nostre comunità, amici che si abbracciano, sguardi di sostegno, un passaggio ben fatto durante una partita di calcetto, percepire le difficoltà dell’altro senza necessariamente chiedere, ecco, la fratellanza è in ogni nostro valore condiviso. Sarebbe sicuramente un mondo migliore il nostro, se pensassimo di volere per gli altri ciò che vorremmo per noi. “Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”
IX stazione (Matteo Scout) – Gesù cade per la terza volta Spesso mi chiedi “Ma che ci vai a fare? Ma lascia perdere… Vieni con noi dai, domani usciamo… le tende, il freddo, i pantaloncini corti, ma chi te lo fa fare… chi me lo fa fare? Difficile spiegarlo, probabilmente se non lo vivi lo scoutismo non lo capisci. Anche se lo vivi però, talvolta ti fermi a pensare. Non nascondo di essermi fatto questa domanda anche io, soprattutto adesso, che sono più grande. In realtà, infatti, quando si è piccoli non ci si ferma a riflettere sul perché delle cose; quindi, magari si sta con gli scout perché è abitudine, perché ci sono i tuoi amici di scuola, per avere una scusa in più per togliere gli occhi dallo schermo. Poi cresci, non sei più un lupetto; cresci, diventi un esploratore o una guida; cresci, e finalmente diventi scolta, o rover. Ecco, qui cominci a porti le prime domande… “ma perché stai qua? Perché ancora lo fai?” Beh, i motivi sono tanti, e dirli tutti adesso è un’impresa colossale, altro che quelle di squadriglia. Quando sei scout, lo sei per gli altri, per la comunità, sei parte attiva di essa, ed è una di quelle cose che ti riempie il cuore, ti riempie l’orgoglio: aiutare l’altro, rendersi utile, dare il proprio contributo… costa fatica, sicuramente, ma la soddisfazione di aver fatto del bene è veramente impagabile, fidati amico mio. Quando sei scout, lo sei anche per te stesso, per migliorarti, per metterti in gioco. Noi qui in clan facciamo “Il Punto Della Strada”. Mi dirai “ma che è? ”. È un mettersi di fronte ad uno specchio, come quello della Regina di Biancaneve. Però a questo specchio parli dei tuoi problemi, delle tue aspettative, di ciò che hai migliorato di te stesso, e ciò di cui ti vuoi impegnare a migliorare. Di fronte a te però non c’è una lastra che riflette la tua immagine: c’è un gruppo di amici, di fratelli, fratelli maggiori e fratelli minori, che sono lì per condividere le stesse riflessioni, confrontarsi, correggersi, crescere insieme. Insomma, amico mio, penso di essere stato chiaro: essere uno scout non significa essere un tizio vestito strano che canta mentre cammina, non significa stare a pantaloncini corti anche in Alaska; essere uno scout, portare il fazzolettone, significa CRESCERE; crescere per te stesso con la comunità, con te stesso per la comunità.
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Preghiera finale – Signore, Padre buono, anche quest’anno abbiamo fatto memoria della Via Crucis del Figlio tuo Gesù, e lo abbiamo fatto mentre la minaccia della guerra è divenuta realtà per tanti nostri fratelli e sorelle. Ti chiediamo perdono, Signore, per i crimini che sono stati commessi in queste settimane, in particolare per quelli perpetrati verso gli innocenti, in particolare i bambini. Aiutaci a diventare come loro: piccoli, bisognosi di tutto, aperti alla vita. Fa’ che riacquistiamo la purezza dello sguardo e del cuore. Ti chiediamo di benedire e proteggere ogni bambino che viene in questo mondo, affinché possa crescere in età, sapienza e grazia, per conoscere e seguire il progetto di bene che Tu hai pensato per ciascuno. Benedici la nostra Comunità, le nostre famiglie, i nostri giovani, i nostri anziani. In particolare ti preghiamo ancora per l’Ucraina: fa’ che venga presto la tua era di pace, dove nessun bambino dovrà più soffrire per l’incubo della guerra, dove nessuna famiglia dovrà più scappare per trovare rifugio in luoghi più sicuri. Insegnaci, come diceva don Tonino Bello, a non fare la “circonvallazione del Calvario”, facci comprendere che non si può fare Pasqua se prima non si passa per la via oscura della Croce. Fa’ che dopo il silenzio assordante del Sabato Santo, possiamo essere folgorati dalla luce del mattino di Pasqua: allora noi gioiremo perché vivremo da uomini e donne risorti nell’amore più forte del peccato, più forte della morte. Tu che vivi e regni nei secoli del secoli. Amen.
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