Convento frati Minori Conventuali Chiesa
Messa dei Defunti di San Francesco
Ascoli Piceno, 21/11/2015
Chi è il pellegrino?
Il pellegrino è re e mendicante.
È colui che parte da casa con una motivazione e cerca di metterla in pratica mentre cammina e poi anche quando ritorna, quindi resta pellegrino anche a casa. Un amico, una persona che vuol ricevere e dare, uno che sorride. Il pellegrino è colui che ama la “scoperta”.
Il pellegrino è un viaggiatore del dentro e Il pellegrino oggi è colui che cerca nuovi valori nella sua vita. Il pellegrino: ti ho conosciuto tardi, ho fatto strada con te, ti prometto che presto ci ritroveremo.
Il pellegrino comincia con la mano nella mano del Signore verso l’incontro con l’altro e con e stesso. Il pellegrino è colui che girovagando spera di parlare e di farsi ascoltare sperando di ricevere accoglienza.
Una persona che vuole fare strada, in tutti i Il pellegrino percorre la sua strada con un comportamento rivolto alla meta prefissata. Essenziale è il modo di arrivare in un tempo il più veloce possibile alla meta. Un uomo alla vera ricerca di se stesso. È colui che sorretto da una vita di fede, ha il coraggio di mettersi in cammino verso l’ignoto, l’imprevedibile ma attento all’incontro con gli altri.
Uomo che cammina, uomo che riflette, uomo che prega, uomo che fa amicizia. Il pellegrino che cammina è in sintonia con Dio e la natura. Il pellegrino è colui che è alla ricerca, ricerca della conoscenza di se stesso, della condivisione delle sue esperienze e conoscenza degli altri, è alla ricerca di Dio attraverso il contatto con la natura e le riflessioni che fa durante il suo cammino.
Il pellegrino è un uomo di grande fede che nella sofferenza del cammino e nell’allegria della condivisione raggiunge i suoi scopi. Il pellegrino è la persona che cammina per AMORE.
Silenzio, ascolto, fiducia.
Un compagno di viaggio, un uomo/donna di fede, un uomo/donna di pace.
Partire, incontrare, amare.
Spiritualità, essenzialità, fraternità.
È l’uomo/donna del futuro.
Dalla Vita prima di Francesco di Assisi di Tommaso da Celano, n.22
E quando il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ma un giorno in cui in questa chiesa (della Porziuncola) si leggeva il brano del Vangelo relativo al mandato affidato agli Apostoli di predicare, il Santo, che ne aveva intuito solo il senso generale, dopo la Messa, pregò il sacerdote di spiegargli il passo. Il sacerdote glielo commentò punto per punto, e Francesco, udendo che i discepoli di Cristo non dovevano possedere né oro, né argento, né denaro, né portare bisaccia, né pane, né bastone per via, né avere calzari, né due tonache, ma soltanto predicare il Regno di Dio e la penitenza, subito, esultante di Spirito Santo, esclamò: “Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!” S’affretta allora il padre santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento; non sopporta indugio alcuno a mettere in pratica fedelmente quanto ha sentito: si scioglie dai piedi i calzari, abbandona il suo bastone, si accontenta di una sola tunica, sostituisce la sua cintura con una corda. Da quell’istante confeziona per sé una veste che riproduce l’immagine della croce, per tener lontane tutte le seduzioni del demonio; la fa ruvidissima, per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi (Gal. 5,24) e peccati, e talmente povera e grossolana da rendere impossibile al mondo invidiargliela! Con altrettanta cura e devozione si impegnava a compiere gli altri insegnamenti uditi. Egli infatti non era mai stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando a una encomiabile memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo alla lettera.
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